Cittadini d’Europa, uniamoci: non paghiamo il loro debito



Perché pagare noi il disastro creato da altri, a nostra insaputa? Primo obiettivo: fare chiarezza sul passato. E scoprire cosa ne è stato del denaro di un dato prestito, a quali condizioni è stato concesso, quanti interessi sono stati pagati, a che tasso, e in che proporzione sono stati già rimborsati. E poi: come è stato gonfiato il debito, senza che fosse utile alla popolazione? Quali strade hanno seguito i capitali? A chi sono serviti? Quale proporzione è stata indebitamente appropriata, da chi e come? E quindi: come ha fatto lo Stato a trovarsi in così grandi difficoltà? A causa di quali decisioni, prese a che titolo? Per esempio: com’è che sono diventati pubblici i debiti privati? Chi si è impegnato in progetti inadatti? Chi ne ha approfittato ha addirittura commesso crimini, delitti? Perché non vengono stabilite le responsabilità civili, penali e amministrative?
Sono le grandi domande avanzate dal comitato civico per ottenere un audit democratico della Grecia, che sotto la pressione sociale del disastro finanziario ribalta il problema: prima ancora di impegnare gli strati più deboli a “onorare il debito” contratto, è necessario ristabilirne la storia. Siamo sicuri che quel debito, che oggi spaventa anche gli Usa, l’Italia e il resto dell’Europa, sia stato creato per il bene dei cittadini? No, naturalmente. Anzi, siamo praticamente certi del contrario: in nome dei cittadini è stata compiuta una sorta di colossale rapina legalizzata, lobby e banche hanno accumulato immense fortune e ora, di fronte al collasso, tentano di far pagare i loro errori alle popolazioni: col pieno consenso delle classi politiche, governi e opposizioni, che infatti si affrettano a chiedere “sacrifici” a chi in realtà non ha mai partecipato alla spartizione del bottino finanziario.

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